REPLICA STRAORDINARIA SABATO 9 GIUGNO ORE 20.30
Un
testo intenso, una invettiva forte e intensa contro la corruzione
materiale e morale e le ipocrisie sociali, dai significati mai così
attuali: “Un santuario domestico” di Mario Rapisardi
torna in scena, rimasto pressoché inedito e obliato dai teatri
istituzionali per tutto il XX secolo e oltre. È così, nel silenzio
delle pubbliche amministrazioni in questo centenario della scomparsa
del poeta e drammaturgo catanese, che l'associazione culturale “Terre
forti” di Librino vuole celebrare la figura dell'intellettuale
che Arturo Graf definì «Flagellatore implacabile di ogni
ingiustizia, viltà o menzogna, visse intemerato, morì da forte;
esempio, rimprovero, ammonimento ai contemporanei e ai posteri, Mario
Rapisardi è, nell'Italia presente, il solo poeta che
abbia saputo accogliere in versi di altissimo suono e di tempra
incorruttibile il grido dei tempi nuovi». Ultimo appuntamento
della stagione teatrale 2012 prima dell'estate per la Sala Magma
di via Adua 3 a Catania: da venerdì 1 giugno, alle
20,30 e in replica fino a domenica 3, andrà in scena con
“Un santuario domestico” di
Mario Rapisardi, con
l'attenta regia di Saro Stella, che ha diretto un cast
vivace ed evocativo.
Ecco
lo spettacolo in una nota della direzione artistica:
L'ironia
penetra sottilmente, diventa ammonimento e insieme condanna.
E si ride, ma il riso non è pieno compiacimento, bensì contrazione leggera che increspa appena le labbra. Una famiglia borghese tutta orpelli, tutta vernice di onestà e di santità, ma che tradisce il senso di una società che si sfascia e che è alla ricerca di una nuova identità morale. Comincia a farsi sentire la squillante voce di una coscienza che si vuole liberare da una catena di convenzionali menzogne per assurgere ad una dimensione che ponga come obiettivo il rispetto dell’individuo e la sua dignità. Nel centenario della morte del geniale poeta catanese, torna in scena un lavoro praticamente inedito (rappresentato solo a Catania nel 1893 e a Roma l'anno successivo) abilmente diretto e adattato alle esigenze del teatro contemporaneo dall'esperto attore e regista Saro Stella.
E si ride, ma il riso non è pieno compiacimento, bensì contrazione leggera che increspa appena le labbra. Una famiglia borghese tutta orpelli, tutta vernice di onestà e di santità, ma che tradisce il senso di una società che si sfascia e che è alla ricerca di una nuova identità morale. Comincia a farsi sentire la squillante voce di una coscienza che si vuole liberare da una catena di convenzionali menzogne per assurgere ad una dimensione che ponga come obiettivo il rispetto dell’individuo e la sua dignità. Nel centenario della morte del geniale poeta catanese, torna in scena un lavoro praticamente inedito (rappresentato solo a Catania nel 1893 e a Roma l'anno successivo) abilmente diretto e adattato alle esigenze del teatro contemporaneo dall'esperto attore e regista Saro Stella.
«Una
carica a fondo contro la famiglia borghese, covo di ogni turpitudine
legale, che col nome e il prestigio di santuario domestico pretende
di essere intangibile e sacro», questo in sintesi il testo nelle
parole dell'Autore. La vicenda narrata inizia con il Sig. Teofilo
Caratozzolo, vecchio usuraio che per accrescere la sua casa, sicuro
dell'aiuto del buon Dio, dà in prestito al giornalista Giuliano
Della Spada quattromila lire, inducendolo a falsificare la firma del
padre. Ma non solo: il ricco Teofilo non manca anche di corrompere i
professori perché suo figlio superi un esame, dato che lo stesso
studia volentieri... con la cameriera, la stessa a cui egli fa la
corte con ricchi doni. Il tutto, evitando scrupolosamente che si
venga a sapere suscitando scandali che comprometterebbero la pace del
suo “santuario domestico”. E questa è anche la preoccupazione di
sua moglie, la signora Eufemia, donna savia e prudente: salvare le
apparenze. Questo il leitmotiv della storia in un intreccio di
vicende e personaggi che si muovono in un contesto che fa a meno di
facili colpi di scena o battute ad effetto, e reso più agevole e
fruibile in questa nuova messa in scena che accorpa e amalgama i
cinque atti del testo originario. Ciò senza mai tradire i principi
ed il temperamento dell'Autore, di cui risaltano schiettezza e
sincerità in una stagione fin troppo pregna di ipocrisie e
sotterfugi, e che anzi ne risulta più efficacemente trasmesso, nella
sua essenza di pensatore libero, alle nuove generazioni a cui risulta
obliato dal silenzio della “cultura ufficiale”.
IN
SCENA
Gino
Epaminonda
Francesca
Distefano
Serena
Guzzardi
Simone
Forno
Angelo
Pappa
Simone
Epaminonda
Saro
Stella
Amalia
Trigone della Floresta
Rosy
Grippaldi
Direttore
di scena Orazio Indelicato
Musica
e luci Daniele Lombardo
Scene Alfio
Guzzetta
Costumi Gi
& Gi
Foto
e Ufficio Stampa Roman Henry Clarke
Assistente
alla regia Gino Epaminonda
Regia Saro
Stella
Sala
Magma
Via
Adua, 3 - Catania
Giugno
2012
1
venerdì ore 20,30
2
sabato ore 20,30
3
domenica ore 18,30
Ingresso:
€ 10,00
Prenotazioni:
info@terreforti.org
Organizzazione:
“Terre
forti - associazione culturale”
in
collaborazione con
“la
terra del sole” soc.coop.va a r.l.
e
centro
teatrale e culturale Magma
Media
partner:
“CATANIA
È… Eventi, spettacolo e cultura”
Mario Rapisardi
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