Prima
di Orson Welles e del suo “Quarto potere” c'era lui: Octave
Mirbeau. Antesignano dei vari Bertold Brecht, Marcel Aymé, Harold
Pinter ed Eugène Ionesco, con i suoi atti unici di “Farse e
moralità” mette in evidenza contraddizioni, ipocrisie, violenze,
convenzioni dell'ordine sociale precostituito. Controverso autore,
giornalista e reporter di convinzioni anarchiste e sostenitore di
Alfred Dreyfus, Mirbeau si allontana dall'originario realismo
mettendo in scena, con crudele e farsesca ironia, le bassezze umane e
sociali. Il testo prescelto, che andrà in scena alla Sala
Magma di Via Adua 3 a Catania,
da sabato
20 febbraio alle 21,
con repliche domenica 21 alle 18.30, ed ancora sabato 27 febbraio
alle 21 e domenica 28 alle 18.30, è “Intervista”:
una vertiginosa cronaca di come gli “interessi” commerciali
dell'editoria, la smania di protagonismo e l'esercizio, anche
spicciolo e gratuito, del “quarto potere” influenzi la stampa, a
cavallo fra XIX e XX secolo come ancora oggi. E “soffre” di una
tremenda attualità il lavoro di Mirbeau, che in “Intervista”
trova interessante esempio di una produzione, quella dello scrittore
e cronista libertario, troppo spesso marginalizzata o eccessivamente
categorizzata. Un testo, quello di “Intervista”, ricco di ritmo,
pindarico ed incalzante, e praticamente inedito per i teatri di
lingua italiana. In scena, troviamo la nota ed apprezzata attrice
Liliana
Scalia,
il giovane e brillante Jacopo
Raniolo,
e l'esperienza di un volto noto anche del piccolo e grande schermo:
Enrico
Pappalardo,
attualmente impegnato in produzioni internazionali.
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Enrico Pappalardo |
Ad
ideale completamento della serata, ecco a seguire “Il
processo a Mao Tse Tung”,
opera di un altro esponente di quel pensiero “avanti” che si fa
azione: Nino Greco, docente universitario etneo, è stato pioniere,
già parecchi anni addietro, nel favorire, in sede accademica, il
disgelo fra Cuba, Stati Uniti ed Europa. Il suo testo,
originariamente scritto decenni addietro e qui proposto in una
efficace e già molto apprezzata formula di “recital – gioco
teatrale”, ironizza con la storia e gli “ideali traditi”.
Quelle “utopie” che hanno agitato masse e acceso rivoluzioni,
finendo poi, però, con il divenire la negazione di esse stesse, dei
principi cui si ispiravano. E così, per parlare del comunismo
cinese, ecco la narrazione di ciò che è accaduto...dopo il trapasso
di Mao. E più precisamente, della “strana lotta” accesa si tra
il Padreterno e il Diavolo, decisi a litigarsi l'anima del “Quattro
volte grande”. Per farlo, ecco in scena la talentuosa ed attraente
Letizia
Tatiana Di Mauro
e il popolare e rinomato Alfio
Guzzetta,
che cura anche la regia di entrambi i lavori. In più la
partecipazione, in veste di cantastorie, di Luigi
Favara,
già recentemente visto alla Sala Magma ed al lavoro con “Ricordo
di un campesiño”, in programma dal 5 marzo sempre in via Adua 3 a
Catania.
La
stagione proseguirà poi dal 15 aprile con “Il
fruscio del tempo”
a cura di Salvo Nicotra, ed infine dal 13 maggio con “La
borghese di Orleans”
di Alfio Guzzetta.
Ecco “Intervista” e “Il
processo a Mao Tse Tung” in due note di regia:
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Letizia Tatiana Di Mauro |
Una
scena pulita, appena tre personaggi, la forza della parola. Ma
“Intervista” non è la celebrazione di questa. Semmai è una
cruda descrizione – invero da reporter, quale era l'Autore, Octave
Mirbeau – di come la parola, o meglio l'uso della stessa, possa
azzerare un uomo, finanche ucciderlo.
La
parola è l'arma del giornalista, che, quasi in un sadico gioco
dialettico, mette nel suo “mirino” un onesto e pacioso oste.
Memore del cardinale Richelieu, che affermò «datemi sei righe
scritte dal più onesto degli uomini e vi troverò una qualche cosa
sufficiente a farlo imprigionare», il “nostro” intervistatore,
giovane e sfacciato, darà vita, ai danni del buon bottegaio, ad un
perpetuum verbale e – apparentemente – logico ed inoppugnabile,
che spingerà l'ignaro interlocutore in una inarrestabile spirale
discendente.
Dopo
oltre un secolo, “Intervista” rimane una pièce attualissima.
Anzi: nell'era dei social media e dell'informazione immediata ovunque
(a scapito della pur irrinunciabile affidabilità), il testo
dell'autore e giornalista francese rafforza sempre più i suoi
significati. Mirbeau non fa la morale, non descrive una realtà: è
pensiero il suo, un pensiero figlio di quelle idee che, come ben
poche altre negli ultimi due secoli, non hanno trovato massiccia
applicazione concreta, ma le quali risposte, proposte sin
dall'antesignano Godwin (anch'egli scrittore e giornalista,
nell'Inghilterra fra XVIII e XIX secolo), sembrano trovare sempre più
ragioni in una società globalizzata anche, se non soprattutto, nelle
ipocrisie, nelle apparenze, nelle prevaricazioni, spesso nel nome di
una presunta “verità” depositata presso le istituzioni, civili e
religiose, o nei media.
La
storia dell'uomo è pregna di momenti utopici. Uomini che hanno
vissuto un ideale e per questo hanno lottato tutta una vita.
Ma
quanti di questi ideali, nel loro procedere, hanno mantenuto quello
spirito iniziale? Quanti hanno realizzato il sogno? E quanti, alla
fine, non sono stati stravolti da interessi di potere?
Non
solo: quante di queste utopie, sotto l'alibi di una “santa” idea,
non hanno prodotto che tragedie sociali, distruzioni, stragi?
Il
tema comporterebbe lunghi dibattiti, discussioni, approfondimenti. Ma
sarebbe una cosa molto seria e la vita, forse, va vissuta con più
leggerezza.
Per
questo abbiamo pensato al gioco. Un gioco a tratti amaro, ma proposto
con un pizzico di distacco, di ironia e di sano – speriamo –
divertimento.
Anche
per Mao finisce il soggiorno terreno e al momento del distacco è
costretto a passare al vaglio della giustizia divina. Ma il
Padreterno è buono e interpreta a modo proprio la rivoluzione
maoista facendo santo il nostro eroe.
Ma
che volete, non tutti la pensano allo stesso modo e ciò porta a
qualche scontro!
Anche
il diavolo avanza i suoi diritti su Mao, suscitando un dibattito che,
tra il serio e il faceto, mette in evidenza istanze che l'uomo, dalla
sua nascita, porta avanti.
Chissà,
alla fine, quale sarà la risposta!
CENTRO
CULTURALE E TEATRALE MAGMA
TERRE
FORTI – ASSOCIAZIONE CULTURALE
presentano
INTERVISTA
di
Octave
Mirbeau
e
IL PROCESSO A MAO TSE TUNG
di
Nino
Greco
Con (in ordine alfabetico):
Letizia Tatiana Di Mauro, Alfio Guzzetta, Enrico Pappalardo, Jacopo
Raniolo e Liliana Scalia
Con la partecipazione di Luigi
Favara (cantastorie)
Regia
di Alfio Guzzetta
Sala
Magma
Via
Adua 3 – Catania
Calendario
degli spettacoli:
Febbraio
2016
Sabato
20 (Turno
B
- ore 21), domenica
21 (Turno
C
- ore 18.30)
Sabato
27 (Turno
D
- ore 21), domenica
28 (Turno
E
- ore 18.30)
Ingresso: €10 – ridotto
€7
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informazioni:
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cura di:
In
collaborazione con:
“Oltre
le quinte” onlus